La cera d’api è una sostanza organica prodotta dall’Apis mellifera allo scopo di costruire i favi per immagazzinare miele, propoli, polline e larve.
La cera viene secreta dalle api operaie di età compresa tra il 12° e il 19° giorno di vita, dette “api ceraiole”. Esse sono dotate di quattro coppie di ghiandole ceripare poste sull’addome che producono cera sotto forma liquida in minuscole goccioline del peso di meno di 1 mg che a contatto con l’aria solidificano in scaglie. Queste scaglie di cera, mescolate con enzimi, polline e propoli che ne determinano le tonalità di colore, verranno poi modellate dalle api attraverso le mandibole per la costruzione del favo. Il favo è una precisa costruzione geometrica formata interamente in cera, è costituita da cellette a forma di prisma esagonale all’interno delle quali vengono immagazzinati il miele e la covata.
La cera prodotta in modo magistrale dalle api ceraiole verrà poi raccolta attraverso il lavoro dell’apicoltore durante il processo di estrazione del miele. La cera d’api si presenta compatta, solida a temperatura ambiente con punto di fusione intorno ai 63°C, diviene plastica al calore e molto fragile al freddo, il suo colore varia dal bianco al bruno, l’odore molto aromatico di miele e propoli e un gusto leggermente balsamico.
La cera d’api è un prodotto completamente naturale e la sua composizione chimica è variabile in base al luogo di produzione; in generale è composta da:
70-80% di esteri di acidi cerosi, principalmente monoesteri dell’acido palmitico (saturi) e dell’acido oleico (insaturi).
10-20% idrocarburi
15% acidi grassi liberi e derivati
1-5% propoli
1% alcoli
1-2% acqua
La cera d’api, conosciuta fin dall’antichità per le sue innumerevoli proprietà emollienti, idrorepellenti, protettive, battericide, antisettiche e cicatrizzanti, viene impiegata in vari settori.
Nell’industria alimentare la troviamo come additivo e conservante nella preparazione di alimenti e bevande.
Nell’industria farmaceutica, grazie alle sue capacità di regolare il rilascio e l’assorbimento dei principi attivi e per le sue qualità stabilizzanti e conservanti, viene impiegata per la produzione di capsule, compresse e gelatine.
La cera è ampiamente utilizzata anche in altri settori come la produzione di articoli per le arti, lubrificanti, isolanti, agenti protettivi nel settore agricolo e prodotti per la conservazione alimentare.
Per un uso officinale la cera d’api può essere utilizzata per via interna (favo di miele) e per via esterna (prodotti per il corpo e aromaterapia).
Il “Miele in favo” è un miele racchiuso in un favo naturale di cera costruito dalle api. Mangiando il favo si mangia anche cera, miele, polline e propoli, svolgendo effetto benefico contro bronchiti e sinusiti.
Masticare cera d’api aumenta la secrezione di saliva e succhi gastrici facilitando la digestione, contribuisce inoltre al rafforzamento di denti e gengive.
La cera a livello gastrico non è digerita ma agisce come agente lubrificante per l’attività intestinale, utile nel trattamento delle coliti spastiche. Il favo lo si può trovare presso gli apicoltori; viene venduto in panetti e se ne mangia un pezzetto di circa 30-40g al giorno da masticare finché la cera diventa bianca.
La cera d’api può essere utilizzata anche per via esterna:
il settore cosmetico utilizza cera d’api nella produzione di emulsioni e lozioni per la pelle, balsami labbra e collutori grazie alle sue proprietà emollienti, nutrienti, antisettiche e antinfiammatorie. Ricca di vitamina A in alte quantità (100 g di cera ne contengono 8-12mlg) utile per lo sviluppo cellulare e dell’epitelio, grazie anche alle sue proprietà antisettiche è utilizzata nel trattamento delle affezioni cutanee e delle mucose della cavità orale migliorandone significativamente le condizioni. La sua struttura chimica risulta affine con quella della pelle ed è in grado di formare uno strato protettivo dagli agenti esterni.
Tutti gli usi della cera d’api sopra elencati trovano un ampio riscontro come rimedi della tradizione popolare per la preparazione di creme e unguenti.
Suggeriamo una semplice ricetta “fai da te” per una crema mani alla cera d’api per pelle secca e screpolata:
18 g cera d’api
1 cucchiaino di miele
2 g lecitina di soia
60 g olio di mandorle dolci
20 g acqua di rose
5 gocce olio essenziale di rosa
In un pentolino a bagnomaria sciogliere la cera ad una temperatura non superiore ai 60°C, una volta liquida unire la lecitina di soia, l’olio di mandorle dolci e l’acqua di rose, mescolare continuamente mentre si raffredda, aggiungere l’olio essenziale e continuare a mescolare fino a compattarsi. Si conservare in un barattolo ermetico.
Questa semplice formulazione donerà profumo e morbidezza alla pelle creando un film protettivo in caso di screpolature da freddo.
È bene porre particolare attenzione alle possibili adulterazioni della cera utilizzando solo cera d’api grezza, affidandosi per l’acquisto ad apicoltori di fiducia.
La cera è ampiamente utilizzata nei percorsi meditativi e di aromaterapia.
La cera d’api è un prodotto completamente naturale che permette di creare candele dal dolce profumo di miele e propoli; è naturalmente aromatica e crea una piacevole atmosfera.
In aromaterapia le candele in cera d’api sono utilizzate come equilibrante ed armonizzante, favoriscono il rilassamento e attenuano le preoccupazioni quotidiane. Negli insegnamenti orientali del Feng Shui, le candele in cera d’api portano nella stanza l’energia (ch’i) del fuoco, alimentando passione, espressività e creatività.
Venendo a contatto con polline, propoli e miele, la cera assume tonalità molto calde, che vanno dal bruno scuro all’ambra, dal giallo chiaro, all’arancione intenso.
Le candele in cera d’api sono completamente naturali e bruciano senza rilasciare alcuna sostanza nociva, producono inoltre una luce molto più intensa e calda a differenza delle commerciali candele a base di paraffina (derivato del petrolio) che bruciando rilasciano idrocarburi e sostanze nocive.
Per usi o trattamenti a base di cera d’api consultare l’apiterapista.
Consulente di apiterapia
Giulia Ruggeri
Fonti: Associazione Italiana Apiterapia; www.apiterapiaitalia.com; Bortolotti L. e Marcazzani G.L. (a cura di), “I prodotti dell’alveare” Ed.Edagricole, Milano 2017; www.apitharapy.orgMateescu C. “Apiterapia” ed. MIR edizioni, Fir